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Urmet introduce il catasto energetico

Urmet Ability, società del Gruppo Urmet, ha sviluppato una piattaforma web che consente di gestire, in un unico ambiente, le informazioni tecnico-amministrative relative agli edifici e creare un archivio informatico della relativadocumentazione. La piattaforma, chiamataCatasto Energetico, è particolarmente utile e attuale visto che dal 1° Gennaio 2012 è in vigore l’obbligo relativo alla dichiarazione delleClasse Energetica degli edifici, previsto dalla Direttiva Europea 2002/91/CE, recepita in Italia nel 2009, in assenza della quale non sarà più possibile dare evidenza di annunci immobiliari.

Il Catasto Energetico costituisce un validostrumento a supporto dell’attività di Amministratori di condominio, Manutentori, Certificatori Energetici,Notai, Agenti Immobiliari, Enti Locali e Produttori di Sistemi a Risparmio Energetico, che possono consultare, con facilità e in tempo reale, le informazioni di cui necessitano. L’elevata funzionalità del sistema consente, ad esempio, agli Amministratori, di conoscere puntualmente, con maggiore semplicità e minori costi per i condomini, il comportamento energetico degli immobili amministrati e di reperire informazioni per la diagnosi energetica degli edifici, agevolando anche il rilascio dell’ ttestato Energetico (ACE).

I manutentori responsabili degli impianti termici possono comodamente accedere a questo archivio sempre aggiornato da PC, Tablet e Smartphone, e stampare l’allegato “F”, relativo alla dichiarazione di avvenutamanutenzione, che deve essere obbligatoriamente presentato ogni anno.
Il Catasto energetico di Urmet Ability, agevola anche i Certificatori Energetici e i Notai nella verifica dell’esistenzadi un certificato energetico dell’edificio e gli Agenti Immobiliari nella definizione della classe da inserire negliannunci di locazione e/o vendita degli immobili. Infine, l’insieme dei dati registrati offre una fotografia dellasituazione energetica attuale degli edifici, costituendo una fonte preziosa di informazioni a disposizione di Enti locali e produttori di sistemi, per la pianificazione di campagne di incentivazione e di nuove opportunità di business.

Fonte: http://www.blogagenzieimmobiliari.it/

La nuova Imu sarà il triplo della vecchia Ici

Il primo tassello è imposto dallo Stato, il secondo è chiesto dai Comuni che nella grande maggioranza stanno studiando incrementi di aliquota per cercare di far quadrare i bilanci. Chiusa la prima fase della partita del decreto fiscale, che non ha portato le correzioni chieste dai sindaci ma solo un impegno del Governo a concedere agevolazioni in agricoltura, le amministrazioni iniziano a fare i conti e i responsi sono spesso a senso unico: aumenti dell’aliquota, salvando quando si può l’abitazione principale che comunque già paga lo scotto di uscire dall’esenzione quasi totale in vigore fino allo scorso anno.

Le decisioni non sono definitive, perché l’ennesima proroga (obbligata) ha spostato al 30 giugno i termini entro cui chiudere i preventivi 2012 e fissare le aliquote di tributi e addizionali, ma la strada pare segnata, soprattutto al Nord dove il lavoro sui bilanci è più avanti. Una strada accidentata per i contribuenti: per avere idea degli effetti basta pensare che, oltre a reintrodurre il prelievo sull’abitazione principale, il nuovo sistema fa crescere (in genere del 60%) le basi imponibili e alza le aliquote di riferimento. Applicando la richiesta base prevista dal decreto «Salva-Italia», il conto per una seconda casa o un negozio raddoppia rispetto all’Ici 2011. Tutti gli aumenti locali mettono un carico aggiuntivo a questa base.

Milano, per esempio, ci sono da recuperare quasi 600 milioni di euro (si veda anche Il Sole 24 Ore di ieri) e non c’è molto da scialare. Evitato, almeno per ora, l’aumento dell’addizionale Irpef, sono i proprietari di immobili a dover assicurare lo sforzo maggiore per tenere in piedi i conti di Palazzo Marino. L’ipotesi più accreditata mantiene al 4 per mille fissato dalla legge statale l’aliquota sull’abitazione principale, e assegna il 9,6 per mille (quella «di base» prevista dal decreto «salva-Italia» è il 7,6 per mille) agli altri immobili: i tecnici lavorano anche a una disciplina di favore per gli affitti a canone concordato (4,6 per mille) e una di “sfavore” (10,6 per mille, tetto massimo di legge) per banche e assicurazioni, sulla falsariga di quanto accade per l’Irap, ma la fattibilità di queste articolazioni è ancora tutta da confermare. Sempre in Lombardia, aumenti locali in vista anche a Monza, Bergamo e Lecco, mentre le aliquote di Brescia e Mantova dovrebbero assestarsi ai livelli indicati dalla legge statale; lo stesso dovrebbe accadere a Lodi, dove il Comune pensa di puntare sulle imposte “minori” appena scongelate dal decreto fiscale (dall’imposta sulla pubblicità a quella sull’occupazione di suolo pubblico), nel tentativo anche di mantenere al 2 per mille l’addizionale Irpef.

Torino, invece, è a rischio incrementi anche l’abitazione principale, perché a Palazzo di Città le esigenze di finanza locale sono impellenti (come mostra anche l’annunciato sforamento del Patto di stabilità 2011) e spingono gli amministratori a calcolare il 5 per mille per le abitazioni principali, e a portare 9,6 per mille l’aliquota per gli altri immobili: tra le opzioni sul tavolo c’è però anche una mini-tutela per gli affitti a canone concordato, che potrebbero attestarsi all’aliquota di riferimento nazionale del 7,6 per mille. Partita chiusa invece ad Aosta: aliquote nazionali per tutti, tranne che per le 800 case tenute vuote in città, che vanno incontro a una penalizzazione con aliquota al 9,6 per mille. A Trento, infine, è stata decisa un’Imu al 4 per mille per le abitazioni principali e pertinenze, al 7,83 per gli altri immobili, al 10,6 sugli immobili sfitti da oltre due anni.

Molto più indietro è Roma, dove però l’allarme conti è ancora più alto e potrebbe portare al 6 per mille anche l’aliquota sulla prima casa, oltre ad alzare quella riservata al resto del mattone (nell’attesa che dal 2013 parta anche l’Imu sui beni ecclesiastici, che a Roma pesano parecchio). Tutto al massimo anche a Caserta, dove i conti locali non lasciano alternative, mentre a Napoli la partita è ancora tutta da giocare: le prime ipotesi potrebbero iniziare a circolare dalla prossima settimana, appena si chiuderà la vicenda della gestione del patrimonio comunale, perché il destino delle aliquote napoletane dipende anche dalla possibilità di dare una svolta concreta nella valorizzazione del mattone di Palazzo San Giacomo.

Fonte: http://www.ilsole24ore.com/

La riforma del lavoro si paga con gli affitti

Con una riforma del lavoro appena varata,  al governo tocca trovare una copertura finanziaria. E che altra forma più veloce di trovare i soldi se non tagliando incentivi e applicando rincari? Questa volta a pagare la riforma non saranno i pensionati, ma i proprietari di immobili in locazione che non applicano la cedolare secca. Il governo ha infatti deciso di ridurre dal 15% al 5% lo sconto forfettario previsto per chi dichiara con l’irpef i redditi da locazione di immobili

Con un imponibile che aumenterà di dieci punti percentuali, il governo prevede di ricavare un gettito di casa di 627, 1 milioni nel 2014 e di 365, 2 milioni nel 2015. Una strategia adottata per “battere cassa”, ma anche per incentivare l’uso della cedolare. Cedolare che è stata un vero e proprio fallimento. Nella relazione tecnica del disegno di legge, il governo infatti ipotizza che per le locazioni ad uso abitativo i proprietari opteranno per la cedolare secca. L’aumento dovrebbe quindi interessare i proprietari che affittano immobili ad uso non abitativo

Ma i proprietari degli immobili (già duramente colpiti dall’imu), non saranno i soli a pagare il prezzo della riforma. altri fondi verranno dal taglio delle deduzioni per l’uso delle auto aziendali (che passerà dal 40% al 27,5%); dai rincari sulle tasse per i diritti d’imbarco sugli aerei (che salirà di due euro); dalle assicurazioni rc auto (la deduzione del 10,5% si applicherà solo per le assicurazioni da 402 euro). tagli anche per l’inps e l’inail che dovranno ridurre le loro spese di 90 milioni di euro.

Fonte: http://www.idealista.it/news

Immobiliare, aggravamento fiscale senza precedenti

Le imposte sulle case sono state aggravate, con l’Imu, fino ad un punto che non conosce precedenti. Tale aggravamento ha preteso di trovare una giustificazione nel presupposto che, in Italia, esse siano inferiori a quelle degli altri Paesi. Ma il confronto con questi ultimi basato sul rapporto Fisco-PIL è viziato alla radice dal fatto che il nostro PIL include anche il sommerso (per cui le tasse sembrano minori di quel che in realtà sono, incidendo su una più ristretta base).

La Confedilizia – si legge in un intervento di Corrado Sforza Fogliani, presidente – lo ha ripetutamente rappresentato alle autorità di Governo, sottolineando altresì che fuori d’Italia le imposte di trasferimento sono ragguardevolmente inferiori rispetto alle nostre (un 3-10 per cento rispetto al 4 e financo all’1 per cento)

Evidenziando, ancora, che il confronto con l’estero non può prescindere dalla considerazione che i proprietari di casa (la cui imposizione fiscale si basa su rendite che di fatto fanno, incostituzionalmente, riferimento al valore dei beni e non, come la legge catastale prescrive, al reddito degli stessi) patiscono in Italia una tassazione patrimoniale (e quindi surrettiziamente, e pro-gressivamente, espropriativa, come i maestri di Scienza delle finanze insegnano) che non ha paragoni, mentre altrove è caratterizzata dall’essere ancorata al reddito e al civile principio (formalmente stabilito, per la Germania, dalla stessa Corte costituzionale, ancora nel ’95) che il prelievo fiscale non può essere superiore alla concreta capacità di reddito dei beni colpiti.

Confedilizia – conclude Fogliani –  (conscia che la battaglia per l’equità non può essere pretermessa e conscia, in particolare, che i risparmiatori nell’edilizia sono una risorsa al pari dei valori, di indipendenza e di libertà, che rappresentano) continuerà a battersi per un ritorno all’equità e contro ogni discriminazione fiscale, anche nello stesso settore immobiliare.

Fonte: http://www.blogagenzieimmobiliari.it/

ANALISI DEL TRAFFICO GENERATO – 2° parte

Sono passati circa 70 giorni dall’analisi realizzata mediante lo strumento messo a disposizione da google per valutare il traffico generato dai siti web; a gennaio 2012, infatti, avevamo analizzato e riportato l’elenco dei primi 25 portali immobiliari come riportato dalle stime generate da Adplanner di Google.

Abbiamo preferito utilizzare lo strumento Adplanner di Google, abbandonando le statistiche derivanti da Google Trend utilizzate per il nostro primo bollettino immobiliare per 2 problematiche sollevate da questo strumento:

1)      I dati e le fonti da cui sono tratti non sono particolarmente indicati per analizzare il Real Estate

2)     Gli aggiornamenti del sistema sono troppo lontani nel tempo, rendendo difficile fotografare una immagine attuale della relatà

Vediamo ora quali cambiamenti sono intervenuti rispetto alla precedente classifica, partendo dal podio, che vede inalterato il primato di Casa.it, con un incremento notevole di traffico generato rispetto alla precedente rilevazione ( con una copertura del 5,2% rispetto al 4,3% di gennaio) e vede Idealista.it, sorpassare classificandosi secondo, Immobiliare.it, che si sposta nel gradino più basso del podio.

Interessanti variazioni si sono verificate dalla posizione 4 alla 25….

elemento più evidente è l’ingresso nella TOP 25 di due New entry :

  • Cercaimmobili.it, che si posiziona al 20-esimo posto
  • Pcase.it, che si posiziona al 23-esimo posto
  • Case24.it, che si posiziona al 24-esimo posto

e portali come Cazar.it, Mioaffitto, cercasicasa.it che salgono di almeno una posizione; livellocasa.it recupera addirittura di 7 posizioni, dalla 21 alla 14.

Perdono qualche posto classifica invece: corriere immobiliare.com, cubocasa.it, trovacasa.corriere.it , prendicasa.it, nikos.it.

Come anticipato anche nel precedente intervento, pubblicheremo nei prossimi mesi, ulteriori grafici, per capire e analizzare i cambiamenti che intervengono, in tempi molto rapidi, nel traffico e negli accessi generati da questi importanti attori.

Lasciamo chiaramente aperto l’invito ai portali a confrontare questi dati con quelli in loro possesso da Google Analytics o Adplanner e siamo favorevoli ad pubblicarli (anche nella pagina del “censimento portali”, a completamento della loro scheda personale), in piena trasparenza per renderli fruibili agli utenti, la maggior parte dei quali sono clienti dei portali stessi, apportando le opportune rettifiche in caso di dati discordanti dimostrati.

Fonte: Redazione Portaliimmobiliari.net