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Intermediazione immobiliare, una questione di “Air”?

Lo sconvolgimento nel settore dell’intermediazione immobiliare è iniziato già da alcuni anni, riguardo al settore turistico questo ha prodotto un evidente declino dei classici portali dedicati all’immobiliare, la causa di questo è da ricercare nelle grandi OTA (Online Travel Agency) e una su tutte Airbnb, che dal lancio fino ai giorni nostri ha ottenuto un consenso crescente fino a essere oggi uno del player turistici più rilevanti.

La disintermediazione è alla base del successo di questo colosso internazionale, che è riuscito in meno di 10 anni, ma più massicciamente negli ultimi cinque, a veicolare gran parte dell’offerta turistica privata online.

Intermediazione immobiliare, il futuro dei portali storici

Il sistema alla base del successo di Airbnb, è la praticità d’uso sia per gli hoster sia per il cliente finale, i quali s’incrociano grazie ad un servizio che per certi versi continua a essere l’intermediazione immobiliare tra le parti, soltanto messa in pratica con una metodica differente rispetto al passato.

Casa.it oppure Immobiliare.it e Idealista, siti più importanti nell’immobiliare che conservano ancora un notevole peso nel settore, rimasti ancorati al vecchio modo di operare, senza alcun miglioramento tecnologico con il quale avvicinare le parti interessate, dove abbiamo ancora quattro posizioni diverse unite nello stesso punto, l’agenzia, il cliente, l’hoster e il portale, mentre sostanzialmente Airbnb ha in parte eliminato l’intermediazione immobiliare dell’agenzia.

Questi siti probabilmente rischiano di scomparire nei prossimi anni, o comunque saranno molto ridimensionati restando sostanzialmente con la stessa attuale connotazione di “meta-motore” per il settore immobiliare, una sorta di grande vetrina e nulla di più, perdendo ovviamente il treno dello sviluppo trainato dal settore turistico.

La situazione turistica italiana

L’Italia tra i paesi turistici è quello che ha il maggior numero di siti d’interesse, città d’arte, borghi medioevali, grandi siti archeologici di epoca romana e una storia millenaria, senza contare il mare del sud, la montagna e le innumerevoli bellezze naturali, con circa il 70% del patrimonio turistico mondiale presente in Italia.

Eppure nonostante tutto questo ben di Dio per il turismo, in questa nazione non sì è sviluppato una struttura tale che rappresenti il settore del turismo italiano nel mondo, ci ha pensato la Silicon Valley!

Questo dovrebbe far venire dei dubbi sulle capacità imprenditoriali e politiche del paese, l’Italia per decine di motivi potrebbe vivere di solo turismo dal nord al sud, ma per ragioni del tutto incomprensibili il turismo è sottosviluppato e in decadenza.

Manca un player italiano

In tutti questi anni di sviluppo della Rete, in Italia non si realizzato nulla d’importante a livello internazionale, i numeri come citato sopra non mancano, ma è anche vero che questi senza una volontà reale di sfruttarli non produrranno nulla, che deve venire dalla politica ma anche dalle imprese.

Per il paese turisticamente più appetibile d’Europa e del mondo, sarebbe quantomeno auspicabile un investimento sicuramente importante, per creare un vero sistema di intermediazione immobiliare, con una caratterizzazione molto più turistica, che leghi omogeneamente gli attori in campo, tra questi anche le agenzie che possono fornire servizi di gestione più che d’intermediazione, che poi in fondo cambia la forma ma non la sostanza.

Se mancherà questa evoluzione, la situazione di molte realtà sarà sempre meno favorevole, di fatto, vuol dire seguire una tendenza già consolidata, e quindi diminuisce se non azzera il rischio d’insuccesso.

Oggi Airbnb vale circa 20 miliardi, riuscirà l’Italia ad autorappresentarsi?

Francesco Beraldo