Dic 28, 2011 | Analisi e Statistiche di Settore

Portaliimmobiliari.net, come punto informativo super partes, sul mondo dei portali immobiliari, vuole fare della trasparenza il suo cardine; sulla base di questo obiettivo primario, abbiamo deciso di realizzare una rubrica dedicata allo studio e all’analisi dell’andamento in termini flusso web dei principali portali immobiliari.
Strumento principale sul quale poggeranno le diverse analisi sarà l’applicazione messa a disposizione da google, che consente di monitore il traffico sui siti d’interesse.
Google Trends combina, infatti, informazioni derivanti da diverse fonti come i dati aggregati di ricerca di Google, i dati di Google Analytics, e le ricerche di mercato, per restituire in tempi reali una fotografia dell’attuale andamento dei diversi siti, in termini di visibilità.
Nella nostra analisi abbiamo considerato: casa.it, immobiliare.it, idealista.it, attico.it e cambiocasa.it, che sono stati selezionati sulla base del maggior traffico generato nel 2011 rispetto ad altri siti, sia considerando i dati della visibilità proventi da ricerche nazionali che internazionali.
Naturalmente vogliamo precisare che gli studi e le scelte fatte non rappresentano in alcun modo un giudizio in termini qualitativi, ne tanto meno in termini di efficacia nei confronti degli altri portali non inclusi nelle nostre statistiche perché generatori di traffico in misura minore rispetto a questi cinque.
Sappiamo infatti, che ogni singola realtà immobiliare crea il proprio ventaglio di portali sui quali pubblicare gli annunci mediante la scelta di siti che forniscono maggiori risultati per la specifica zona in cui si trovano ad operare, indipendentemente dai dati forniti dalle statistiche nazionali.
In occasione della chiusura di questo anno, riportiamo in via eccezionale, il grafico relativo all’andamento dei cinque portali, in tutto il 2011; da gennaio 2012, nella sezione “Analisi e Statistiche di Settore”del blog, verrà pubblicato ogni mese, un aggiornamento in tempo reale del traffico di questi siti, analizzando di mese in mese i cambiamenti intervenuti, con uno sguardo anche ai nuovi interventi ed evoluzioni realizzati dai portali stessi, che possono avere generato delle variazioni.
Forniremo inoltre delle analisi, nel corso dell’anno, che vedranno in prima linea l’andamento dei maggiori portali, in termini di ritorno e di incrementi di visibilità per l’agenzia.
Fonti:
Redazione Portaliimmobiliari.net
Google Trends
Dic 23, 2011 | News Immobiliari

E’ obbligatorio a partire dal 1° gennaio 2012 che in tutti gli annunci commerciali (vetrine, giornali, portali, ecc.) sia riportato l’indice di prestazione energetica IPE (che non è semplicemente la lettera della classificazione energetica, ma la quantità di energia necessaria per riscaldare – raffrescare in un anno un metro quadrato dell’unità immobiliare certificata).
Questo è quanto viene riportato nell’art. 6 c. 2-quater del DLGS 192/2005, in base al quale quindi, dal 01/01/2012, se l’agenzia deve pubblicizzare un’offerta, la stessa deve avere l’Attestato di CertificazioneEnergetica (A.C.E.).
Il rischio? L’ applicazione di sanzioni vanno da 3.000 € a 5.000 € per annuncio, da parte di un qualsiasi pubblico ufficiale che rileva la mancanza dei parametri obbligatori richiesti dalla normativa.
Lo scopo della normativa? Garantire la qualità degli immobili con due possibili conseguenze: valorizzazione o deprezzamento della proprietà durante la sua valutazione.
I soggetti coinvolti? La direttiva riguarda ogni annuncio di vendita o locazione, coinvolgendo pertanto Agenzie immobiliari, Portali Immobiliari, clienti, venditori, acquirenti e proprietari d’immobili.
Eccezioni? E’ possibile ricorrere all’autocertificazione ma la sua applicazione è molto limitata in quanto determina il valore della classificazione energetica ma non prevede in maniera chiara ed esplicita quale debba essere l’IPE energetico, pertanto il suo valore è limitante soprattutto nel momento della compravendita immobiliare.
Ad introdurre il nuovo comma 2-quater è stato il decreto legislativo n. 28/2011 (Decreto Rinnovabili), che ha inteso recepire le indicazioni dalla Direttiva 2010/31/CE sulla prestazione energetica nell’edilizia, pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale Europea del 18 giugno 2010. Questa direttiva, sostitutiva della direttiva 2002/91/CE che sarà abrogata dal 1° febbraio 2012, stabilisce che in caso di offerta in vendita o in locazione di edifici o unità immobiliari aventi un certificato di prestazione energetica, l’indicatore di prestazione energetica che figura nell’attestato deve essere riportato in tutti gli annunci commerciali.
Diverse, ad oggi, le modalità di recepimento e di attuazione della normativa nelle regioni italiane, in questa prima fase iniziale, che tendono ad accrescere ulteriormente il senso di incertezza che sta dilagando nel settore in questi giorni di countdown. Lombardia, prima regione italiana ad introdurre gli indici richiesti (da marzo 2011), è probabilmente l’unica ad avere già determinato nel suo preciso ammontare (1.000 euro a 5.000 euro) la sanzione amministrativa per l’inosservanza dell’obbligo, a differenza del Piemonte che al momento non ha previsto alcun tipo di sanzione per coloro che pubblicizzano vendite immobiliari senza indicare l’indice di prestazione energetica e la classe.
Una tematica, quella della certificazione energetica, di un’importanza senza precedenti per tutto il settore dell’Immobiliare italiano, ma che non ha ottenuto corrispondente risalto nei mezzi di comunicazione, con una conseguente comunicazione insoddisfacente se non inesistente.
Lo stato di confusione, d’ignoranza o di supponenza generato dalle certificazioni energetiche e la conseguente scelta di non parlarne/scriverne come si dovrebbe, ha creato un clima di profonda insicurezza che sta rischiando di mettere in scacco tutto il sistema della compravendita d’immobili con conseguenze dirette sull’economia italiana già duramente provata.
E’ palese un sentore generale di sottovalutazione delle possibili ricadute della normativa, nell’attività delle agenzie, come conferma un recente sondaggio rivolto agli agenti immobiliari, condotto da Soluzione Portali (società ideatrice di Portaliimmobiliari.net) su scala nazionale, dal titolo provocatorio “Certificazione Energetica, quanto ne sai ?”.
Davvero sorprendenti i risultati, se si pensa che circa il 15,7% degli intervistati non è a conoscenza dell’obbligo dal 1° gennaio 2012 di indicare l’indice IPE in tutti gli annunci immobiliari e il 21% non sa che da quella data per ogni immobile acquisito da pubblicizzare è richiesto il possesso dell’ACE o l’autocertificazione.
Inoltre il 47,3% ignora le sanzioni per la violazione dell’obbligo e il 52,6% non ha ricevuto sull’argomento comunicazioni o avvisi da parte delle associazioni di categoria.
E a livello burocratico, i risultati confermano la generale tendenza ad un scarso interesse verso la normativa e la sua attuazione: infatti il 36,8% degli intervistati non ha ancora avviato delle pratiche con i proprietari per certificare la classe energetica degli immobili e il 47,3% non è alla ricerca di certificatori per i suoi immobili.
Redazione Portaliimmobiliari.net
Dic 23, 2011 | News Immobiliari

Soluzione Portali, ideatore del blog Portaliimmobiliari.net, ha condotto un’ indagine su quanto le agenzie siano pronte a rispettare gli obblighi della nuova normativa; prese a campione agenzie nelle regioni del Trentino Alto Adige, Lombardia, Veneto, Lazio e Campania, hanno risposto alla domanda “Quanti dei tuoi clienti e degli immobili presenti nel tuo portfolio immobiliare, hanno già aderito agli obblighi relativi alla certificazione energetica e consegnato la documentazione?”. Dai risultati si rileva che il numero di certificazioni realizzate dalle agenzie non supera nemmeno il 20% in tutte le regioni italiane, fatta esclusione del veneto che si posiziona attorno al 60%.
Inoltre, Soluzione Portali, ha provveduto a contattare direttamente i responsabili di 48 portali, confrontandosi su quanto richiesto dalla normativa nell’invio dei dati nel web. Il 23% di questi, ovvero 11 su 48, ha già consegnato le specifiche per l’invio dei dati relativi all’IPE e all’ACE. Questi 11 portali sono: Affitto.it, Attico, CambioCasa, Casa.it, Cercasi Casa, Idealista, Immobiliare, Livello Case, TrovaCasa, TuttoAnnunci.org, Tuttocasa.it. Nei vari colloqui è anche emersa una preoccupazione: se lo stato di allerta aumenta, probabilmente la maggior parte delle agenzie per precauzione, rimuoverà tutti gli annunci onde evitare sanzioni previste dalla nuova normativa e questo sta intimorendo i portali, in quanto vedrebbero i loro database svuotarsi da tutti gli annunci.
In particolare, è stato interpellato Gianluca Capone, responsabile di LivelloCasa.it, riguardo la sua percezione in merito alla normativa e alle azioni poste in essere a tutela delle agenzie e dei privati che intendano pubblicizzare gli immobili a partire dal 1° Gennaio 2012: “Ci siamo adattati velocemente ai nuovi parametri richiesti dalle nuove normative ma c’è troppa confusione in giro perché non sappiamo quale strada seguire a causa delle molte eccezioni che riguardano la normativa in questione. Ogni regione adotterà la normativa secondo proprie deroghe locali che non avranno valore in altre regioni. Questo significa che un portale che si propone a livello nazionale dovrebbe adeguare il suo sistema, personalizzandolo su singola regione e su singola categoria d’immobile. Le classificazioni delle proprietà differiscono a seconda del tipo d’immobile e si differenziano da categoria a categoria. Come LivelloCasa.it abbiamo preso la decisione di disattivare gli immobili presenti nel nostro database a partire dal primo gennaio 2012, lasciando alle singole agenzie la ricomposizione del pacchetto che potrà essere riattivato dopo la selezione di un nuovo parametro tra i quattro proposti: non disponibile, non classificata, in classificazione o dato reale”.
Redazione Portaliimmobiliari.net
Dic 21, 2011 | News Immobiliari

Introduzione
In base all’art. 6 c. 2-quater del DLGS 192/2005 è obbligatorio a partire dal 1° gennaio 2012 che in tutti gli annunci commerciali (vetrine, giornali, portali, ecc.) sia riportato l’indice di prestazione energetica IPE (che non è semplicemente la lettera della classificazione energetica, ma la quantità di energia necessaria per riscaldare – raffrescare in un anno un metro quadrato dell’unità immobiliare certificata).
Le sanzioni dovute alla mancanza di questa caratteristica possono essere elevate da qualsiasi pubblico ufficiale e vanno dai E. 3.000 ai E. 5.000 per annuncio. Quindi, sinteticamente, dal 01/01/2012, se devo pubblicizzare un’offerta, la stessa deve avere l’Attestato di Certificazione Energetica (A.C.E.)
Ciò sta a significare che:
- al momento dell’acquisizione devo ottenere ACE dell’immobile o eventuale AUTOCERTIFICAZIONE
- l’immobile va posto in pubblicità solo ed esclusivamente se tali dati sono inseriti
Estratto della normativa
Decreto Legislativo 19 agosto 2005, n. 192 – Attuazione della direttiva 2002/91/CE relativa al rendimento energetico nell’edilizia
(G.U. 23 settembre 2005, n. 222)
Art. 6. Certificazione energetica degli edifici
1-quater. A decorrere dal 1° luglio 2007, tutti i contratti, nuovi o rinnovati, relativi alla gestione degli impianti termici o di climatizzazione degli edifici pubblici, o nei quali figura comunque come committente un soggetto pubblico, debbono prevedere la predisposizione dell’attestato di certificazione energetica dell’edificio o dell’unità immobiliare interessati entro i primi sei mesi di vigenza contrattuale, con predisposizione ed esposizione al pubblico della targa energetica.
2-ter. Nei contratti di compravendita o di locazione di edifici o di singole unità immobiliari è inserita apposita clausola con la quale l’acquirente o il conduttore danno atto di aver ricevuto le informazioni e la documentazione in ordine alla certificazione energetica degli edifici. Nel caso di locazione, la disposizione si applica solo agli edifici e alle unità immobiliari già dotate di attestato di certificazione energetica ai sensi dei commi 1, 1-bis, 1-ter e 1-quater.
2-quater. Nel caso di offerta di trasferimento a titolo oneroso di edifici o di singole unità immobiliari, a decorrere dal 1° gennaio 2012 gli annunci commerciali di vendita riportano l’indice di prestazione energetica contenuto nell’attestato di certificazione energetica.
Decreto ministeriale (sviluppo economico) 26 giugno 2009 – Linee guida nazionali per la certificazione energetica degli edifici
(G.U. n. 158 del 10 luglio 2009)
Art. 6. Disposizioni finali
1. Gli attestati di certificazione hanno una validità temporale massima di dieci anni, ai sensi del comma 5, dell’art. 6 del decreto legislativo. Tale validità non viene inficiata dall’emanazione di provvedimenti di aggiornamento del presente decreto e/o introduttivi della certificazione energetica di ulteriori servizi quali, a titolo esemplificativo, la climatizzazione estiva e l’illuminazione.
2. La validità massima dell’attestato di certificazione di un edificio, di cui al comma 1, è confermata solo se sono rispettate le prescrizioni normative vigenti per le operazioni di controllo di efficienza energetica, compreso le eventuali conseguenze di adeguamento, degli impianti di climatizzazione asserviti agli edifici, ai sensi dell’art. 7, comma 1, del decreto legislativo. Nel caso di mancato rispetto delle predette disposizioni l’attestato di certificazione decade il 31 dicembre dell’anno successivo a quello in cui è prevista la prima scadenza non rispettata per le predette operazioni di controllo di efficienza energetica.
Metodologie per la determinazione della prestazione energetica degli edifici Sulla base delle finalità, dell’esperienza e delle opportunità offerte dalla certificazione energetica possono essere usate diverse metodologie di riferimento per la determinazione della prestazione energetica degli edifici, differenti per utilizzo e complessità. Sono pertanto considerati:
1. “Metodo calcolato di progetto”, che prevede la valutazione della prestazione energetica a partire dai dati di ingresso del progetto energetico dell’edificio come costruito e dei sistemi impiantistici a servizio dell’edificio come realizzati. Questo metodo è di riferimento per gli edifici di nuova costruzione e per quelli completamente ristrutturati di cui all’articolo 3, comma 2, lettera a), del decreto legislativo, per la predisposizione dell’attestato di qualificazione energetica e della relazione tecnica di rispondenza del progetto alle prescrizioni per il contenimento dei consumi energetici, previsti ai sensi del decreto legislativo, fermo restando le relative flessibilità (vedi i decreti di cui all’articolo 4, comma 1, lettere a) e b), e l’articolo 8, commi 1 e 2, del decreto legislativo);
2. “Metodo di calcolo da rilievo sull’edificio o standard”, che prevede la valutazione della prestazione energetica a partire dai dati di ingresso ricavati da indagini svolte direttamente sull’edificio esistente. In questo caso le modalità di approccio possono essere:
i. mediante procedure di rilievo, anche strumentali, sull’edificio e/o sui dispositivi impiantistici effettuate secondo le normative tecniche di riferimento, previste dagli organismi normativi nazionali, europei e internazionali, o, in mancanza di tali norme dalla letteratura tecnico-scientifica;
ii. per analogia costruttiva con altri edifici e sistemi impiantistici coevi, integrata da banche dati o abachi nazionali, regionali o locali;
iii. sulla base dei principali dati climatici, tipologici, geometrici ed impiantistici.
5.2 Metodi di calcolo da rilievo sull’edificio
Per il calcolo degli indici di prestazione energetica dell’edificio per la climatizzazione invernale (EPi) e per la produzione dell’acqua calda sanitaria (EPacs), attuativo del “Metodo di calcolo da rilievo sull’edificio” di cui al punto 2 del paragrafo 4, sono previsti i seguenti tre livelli di approfondimento.
1. In merito al metodo di cui al punto 2i, per il calcolo degli indici di prestazione energetica dell’edificio per la climatizzazione invernale (EPi) e per la produzione dell’acqua calda sanitaria (EPacs), si fa riferimento alle norme tecniche di cui al paragrafo 5.1 e alle relative semplificazioni previste per gli edifici esistenti. Infatti le predette norme prevedono, per gli edifici esistenti, modalità di determinazione dei dati descrittivi dell’edificio e degli impianti sotto forma di abachi e tabelle in relazione, ad esempio, alle tipologie e all’anno di costruzione. Questa procedura è applicabile a tutte le tipologie edilizie degli edifici esistenti indipendentemente dalla loro dimensione.
2. In merito alla metodologia di cui al punto 2ii del paragrafo 4, per il calcolo degli indici di prestazione energetica dell’edificio per la climatizzazione invernale (EPi) e per la produzione dell’acqua calda sanitaria (EPacs), si fa riferimento al metodo di calcolo DOCET, predisposto da CNR ed ENEA, sulla base delle norme tecniche di cui al paragrafo 5.1, il cui software applicativo è disponibile sui siti internet del CNR e dell’ENEA. Questa procedura è applicabile agli edifici residenziali esistenti con superficie utile fino a 3000 m2.
3. In merito alla metodologia di cui al punto 2iii del paragrafo 4, per il calcolo dell’indice di prestazione energetica dell’edificio per la climatizzazione invernale (EPi) si utilizza come riferimento il metodo semplificato di cui all’allegato 2, mentre per il calcolo dell’indice energetico per la produzione dell’acqua calda sanitaria (EPacs) alle norme UNI/TS 11300 per la parte semplificata relativa agli edifici esistenti; Questa procedura è applicabile agli edifici residenziali esistenti con superficie utile fino a 1000 m2.
8. Procedura di certificazione energetica degli edifici
La certificazione va richiesta, a proprie spese, dal titolare del titolo abilitativo a costruire, comunque denominato, o dal proprietario, o dal detentore dell’immobile, ai Soggetti certificatori riconosciuti ai sensi del decreto del Presidente della Repubblica di cui all’articolo 4, comma 1, lettera c), del decreto legislativo, con le disposizioni, ivi previste, per assicurare indipendenza ed imparzialità di giudizio dei medesimi soggetti nei differenti casi di edifici nuovi od esistenti.
9. Autodichiarazione del proprietario
Per gli edifici di superficie utile inferiore o uguale a 1000 m2 e ai soli fini di cui al comma 1bis, dell’articolo 6, del decreto legislativo (box, cantine, autorimesse, parcheggi multipiano, depositi, strutture stagionali a protezione degli impianti sportivi, ecc. se non limitatamente alle porzioni eventualmente adibite ad uffici e assimilabili, purché scorporabili agli effetti dell’isolamento termico escluse le nuove costruzioni), mantenendo la garanzia di una corretta informazione dell’acquirente, il proprietario dell’edificio, consapevole della scadente qualità energetica dell’immobile, può scegliere di ottemperare agli obblighi di legge attraverso una sua dichiarazione in cui afferma che:
– l’edificio è di classe energetica G; i costi per la gestione energetica dell’edificio sono molto alti; entro quindici giorni dalla data del rilascio di detta dichiarazione, il proprietario ne trasmette copia alla Regione o Provincia autonoma competente per territorio
Redazione Portiimmobiliari.net
Dic 20, 2011 | News Immobiliari

Ogni edificio deve essere dotato di impianti di ventilazione, che assicurino il movimento dell’aria e il suo naturale ricambio con altra aria che abbia temperatura, umidità e pulizia accettabili.
L’aria pulita, ricca di ossigeno, è uno degli elementi che contribuiscono a rendere confortevole l’ambiente in cui vive l’uomo.
Altrettanto importante è la presenza di aria in movimento, perché essa contribuisce a dissipare il calore in eccesso e a far evaporare il sudore.
Nello spazio limitato di un’abitazione la presenza di ossigeno si impoverisce a favore della presenza di biossido di carbonio, per la respirazione umana, inoltre l’aria si arricchisce anche di virus e batteri.
La presenza di vapore nell’aria domestica cresce anche per la sudorazione o per attività come cucinare, usare docce e bagni, e si arricchisce di polveri prodotte dalla combustione di apparecchi a gas non dotati della necessaria aerazione.
Inoltre il movimento dell’aria è ostacolato dalla presenza delle pareti, per cui se non si innescano le necessarie condizioni di ventilazione, all’interno di un edificio si creano condizioni di insalubrità.
E’ per questo che ogni edificio deve essere dotato di impianti di ventilazione, che assicurino il movimento dell’aria e il suo naturale ricambio con altra aria che abbia temperatura, umidità e pulizia accettabili.
In una casa sono però presenti anche odori piacevoli, come possono la fragranza di un dolce appena sfornato o il profumo sprigionato da un vaso di fiori, quindi la ventilazione non deve essere eccessiva. Anche perché se troppo forte, farebbe volare le cose e creerebbe correnti dannose per la salute.
Quindi, in un edificio per abitazione, il movimento dell’aria può essere mantenuto entro certi limiti, a differenza di quanto avviene in ambienti non abitativi destinati a particolari attività.
Prima di installare un impianto di ventilazione meccanica, occorre dire che un edificio deve essere adeguatamente progettato per quel che riguarda la sua ventilazione naturale.
Qualunque tipo di impianto di ventilazione presente in un edificio presuppone quattro elementi:un fonte d’aria avente pulizia, temperatura e grado
- di umidità accettabili;
- una forza che muova l’aria attraverso gli spazi dell’edificio;
- un mezzo per controllare volume, velocità e direzione del flusso d’aria;
- un mezzo per riciclare o eliminare l’aria viziata.
Dati questi presupposti, l’impianto di ventilazione più semplice sembra essere quello che utilizza come fonte l’aria proveniente dall’esterno, come forza per muoverla quella del vento, che utilizza le aperture e le fessure controvento per introdurre l’aria e quelle sottovento per far uscire quella viziata. Quindi un sistema del tutto naturale.
Se un edificio è costruito ermeticamente, il naturale ricambio d’aria non avviene correttamente, così come se le finestre e le aperture in genere non sono ben sigillate, si possono creare correnti nocive alla salute e si può disperdere aria calda all’esterno, causando sprechi di energia in inverno.
Quindi le finestre dovrebbero essere dotate di guarnizioni idonee a evitare la dispersione dell’aria ma, allo stesso tempo, la chiusura non dovrebbe essere perfettamente ermetica, per permettere un adeguato ricambio.
Le diverse tipologie di finestre esistenti rappresentano un mezzo per controllare il volume, la velocità e la direzione dell’aria grazie ai differenti sistemi di apertura.
Fonte: http://quotidianocasa.it/