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Come la riforma del lavoro cambierà il settore edilizio

Dopo le mille contestazioni, la riforma del lavoro del governo monti è legge. Oltre alle modifiche che riguardano tutti i lavoratori – e quindi anche quelli del settore delle costruzioni- ci sono delle novità che riguardano nello specifico il comparto edilizio. Vediamole nel dettaglio

Contributo di licenziamento. Venendo incontro alle richieste avanzate dall’ance, la riforma prevede che per il periodo 2013-2015 per  il licenziamento effettuato in conseguenza di cambio di appalto -seguito da successive assunzioni da parte di altri datori di lavoro- non è dovuto il contributo di licenziamento. Allo stesso modo non è dovuto alcun contributo in caso di interruzione del rapporto per “completamento attività e chiusura cantiere”. Un provvedimento che darà rispramiere 88 milioni di euro alle imprese di costruzione

La nuova assicurazione sociale. L’assicurazione sociale per l’impiego (aspi) sostituisce l’indennità di disoccupazione speciale edile (contributo dello 0,80%)

Modifica alla responsabilità sociale. Ancora una volta viene modificata dalla nuova legge la disciplina della responsabilità sociale, dando la possibilità ai contratti collettivi di stabilire delle eccezioni a quanto disposto dalla legge. Stabilita anche la possibilità per il committente imprenditore, portato in giudizio dal dipendente, di chiedere che ci si rivalga sia sull’appaltatore che sul subappaltatore

Cancellata la cassa in deroga. Viene abolita la cassa in deroga. per i contratti non a tempo indeterminato è prevista una contribuzione extra dell’1,4%. i contributi del 5,2% per la cassa integrazione edilizia rimangono invariati

Abolito il regime di decantierizzazione. Viene cancellato il regime di decantierizzazione utilizzato per le grandi opere e che permette nel meridione di avere un periodo di disoccupazione della durata massima di 27 mesi

Fonte: http://www.idealista.it/

Prezzi in calo secondo Tecnoborsa

Ecco i risultati dell’ultima indagine Tecnoborsa sull’immobiliare in Italia.

Prezzi delle abitazioni – Nel primo trimestre del 2012 la quota di agenti che hanno segnalato una diminuzione dei prezzi rispetto al periodo precedente è ulteriormente cresciuta, al 69,1% dal 66,5% della precedente indagine.
L’incidenza di coloro che hanno indicato un aumento delle quotazioni ha continuato a collocarsi su livelli estremamente contenuti (meno del 2%); ne è derivato un più consistente saldo negativo tra le percentuali di risposte “in aumento” e “in diminuzione” (−67,3 punti contro −65,9 nello scorcio del 2011), concentrato al Sud e nelle aree urbane.

Compravendite – La quota di agenzie che all’inizio del 2012 hanno venduto almeno un immobile è diminuita rispetto al trimestre corrispondente del 2011 (da 69,3% a 63,8%). La quota si è ridotta anche rispetto al 72,1% del trimestre precedente; quest’ultimo calo è stato particolarmente marcato nel Nord Ovest (64,8%, da 75,3%).

Incarichi a vendere – Nel primo trimestre del 2012 il saldo tra risposte di aumento e di diminuzione rispetto al periodo precedente delle giacenze di incarichi a vendere è aumentato rispetto al sondaggio di gennaio, a 34,5 punti percentuali (da 27,9). Anche il saldo tra i giudizi di aumento e quelli di diminuzione delle acquisizioni di nuovi incarichi si è ampliato a 28,2 punti percentuali (da 10,3 nella rilevazione precedente); l’incremento ha riguardato tutte le aree del Paese. In merito alle cause prevalenti di cessazione degli incarichi, sono aumentate le quote di operatori che indicano proposte di acquisto a prezzi giudicati troppo bassi dal venditore (53,1% dei casi contro il 50,9% rilevato in gennaio) e difficoltà nel reperimento del mutuo da parte dei potenziali acquirenti (63,8% contro 62,3%); rimane superiore al 60%, anche se in diminuzione rispetto all’inchiesta precedente, la quota di agenzie che segnalano l’assenza di proposte di acquisto a causa di prezzi percepiti come troppo elevati (60,7%, contro 64,2% nella rilevazione di gennaio).

Trattative e tempi di vendita – Nel primo trimestre del 2012 il margine di sconto dei prezzi di vendita rispetto alle richieste iniziali si è ulteriormente ampliato, al 14,3% (13,7% nell’indagine dello scorso gennaio, 12,5% in quella di ottobre 2011), principalmente per effetto della variazione riscontrata nelle aree non urbane (14,5%, dal 13,6%). Il tempo medio di completamento dell’incarico è rimasto sostanzialmente invariato, poco al di sotto degli 8 mesi.

Modalità di finanziamento degli acquisti – La quota di acquisti di abitazioni effettuata con accensione di un mutuo ipotecario ha continuato a scendere, collocandosi al 60,4% (da 63,7 nel quarto trimestre del 2011). Il calo ha riguardato soprattutto le aree non urbane (59,7%, da 63,6%).

Le prospettive del mercato in cui operano le agenzie – Il saldo percentuale tra giudizi favorevoli e sfavorevoli sulle attese a breve termine (secondo trimestre dell’anno in corso) circa le condizioni del mercato di riferimento è migliorato, pur rimanendo ampiamente negativo (−39,8 punti percentuali, da −45,7 nella rilevazione precedente). Questo andamento è riconducibile interamente alla riduzione della quota di agenzie che si attendono un peggioramento. Il saldo relativo alle attese dei nuovi incarichi a vendere è salito a 23,1 punti percentuali, da 11,2 nella scorsa rilevazione; circa i prezzi, le attese di calo restano preponderanti, seppur in lieve diminuzione (66,6 per cento, da 68,0). Due terzi degli agenti ritengono che i recenti provvedimenti di tassazione della proprietà immobiliare tendono ad accrescere il numero degli incarichi a vendere e ad esercitare pressioni al ribasso sui prezzi.

Le prospettive del mercato nazionale – La quota di agenti che riportano un peggioramento delle prospettive a breve termine del mercato nazionale è scesa al 57,0% (dal 61,0% della rilevazione precedente). Il divario negativo fra giudizi favorevoli e sfavorevoli si è ridotto, portandosi a −54,4 punti percentuali (−57,3 in gennaio). Si è invece lievemente accentuato il saldo negativo tra le attese di miglioramento e peggioramento del mercato nazionale per i prossimi due anni (11,9 punti percentuali; erano 10,0 nella rilevazione precedente).

Fonte: http://www.blogagenzieimmobiliari.it/

Riforma del Lavoro: Fiaip, agenti immobiliari soddisfatti della riformulazione dell’ articolo 9

Con l’approvazione al Senato, del testo sulla riforma del lavoro, si fa finalmente chiarezza sul tema delle Partite Iva.
Nella proposta originale, non si era tenuto conto del variegato mondo delle professioni regolamentate, e Fiaip, che a suo tempo aveva espresso la sua contrarietà all’articolo 9, dopo le recenti modifiche apportate con il maxi-emendamento “Giarda” si dice favorevole al testo di legge.
“Le modifiche apportate, volte ad escludere le professioni regolamentate dall’applicazione dell’articolo 9 – dichiara Paolo Righi, Presidente Nazionale Fiaip – permetteranno ad oltre 10.000 agenti immobiliari di poter continuare a lavorare serenamente, mantenendo la propria individualità e la libertà di iniziativa, così come prevista dalla Costituzione”.
L’articolo 9 al comma 3, infatti, prevede che la presunzione non opera, fra l’altro, per le prestazioni lavorative svolte nell’esercizio di attività professionali per le quali l’ordinamento richiede l’iscrizione ad un ordine professionale, ovvero ad appositi registri, albi, ruolo o elenchi professionali qualificati e detta specifici requisiti e condizioni.
Si può dunque escludere, a buon diritto, la presunzione di collaborazione coordinata continuativa per gli agenti immobiliari che collaborano a Partita Iva.
Dopo il passaggio del provvedimento e la sua approvazione alla Camera dei Deputati, spetterà al Ministero del Lavoro e delle politiche sociali, entro 3 mesi dalla data di entrata in vigore del provvedimento, fare una ricognizione finale sulle varie attività che verranno escluse.
Fonte: http://www.blogagenzieimmobiliari.it/

Multiple Listing Service: il punto della situazione

Secondo Wikipedia, Il Multiple Listing Service (MLS) è un metodo operativo attivo fra gli operatori immobiliari che prevede la condivisione e la pubblicizzazione delle liste degli immobili, al fine di consentire un’ampia collaborazione fra le parti a favore sia delle agenzie immobiliari sia dei clienti.

Il Multiple Listing Service nasce indicativamente negli Stati Uniti nei primi anni del XX secolo, è quindi da decenni utilizzato da tutte le reti immobiliari. In Europa è presente già da qualche decennio mentre in Italia si è iniziato a sviluppare dalla metà degli anni novanta.

Tramite gli MLS gli operatori possono soddisfare al meglio le richieste della clientela, potendo favorire sia la domanda che l’offerta. Infatti chi vende avrà la possibilità di avere una platea più ampia mentre chi compra avrà una maggiore scelta di immobili.

L’obiettivo dell’MLS è quello di creare quindi un portafoglio di immobili in condivisione, il più vasto possibile: in questo modo è possibile migliorare il servizio al consumatore, oltre ad aumentare le possibilità di business dei singoli operatori.

Si calcola che, mediamente, per le esperienze di altri Paesi, con il Multiple Listing Service (MLS) si triplica il giro d’affari di ogni agente immobiliare aderente, pur rinunciando a una parte delle proprie provvigioni in favore del partner.

Sono soprattutto le grandi reti organizzate a utilizzare e promuovere lo sviluppo e l’utilizzo di MLS.

Una delle prime piattaforme è stata REPlat del Gruppo FRIMM. La piattaforma REplat, sintesi di “Real Estate Platform”, consente agli agenti immobiliari in Italia e all’estero di condividere un portafoglio comune senza alcun obbligo o restrizione, sfruttando la forza dell’ampia rete di professionisti che ogni giorno lo utilizzano. Il patrimonio dell’agente immobiliare connesso al MLS non è l’insieme degli immobili che gli vengono affidati per la vendita e la locazione ma il rapporto con il cliente che può così rivolgersi al suo mediatore per comprare, vendere o affittare qualsiasi tipologia di immobile, anche se in un’altra città oppure all’estero. Questa è l’idea di business di REplat.

REplat S.p.A. è un’azienda specializzata nel settore immobiliare, nata nel 2004 con l’obiettivo di diventare il primo sistema Multiple Listing Service italiano per la collaborazione tra gli agenti immobiliari. La società ha una mission ben precisa: “Favorire la collaborazione tra agenti immobiliari nel rispetto dell’identità dell’agenzia, del gruppo e dell’associazione di appartenenza”.

Fonte: http://www.blogagenzieimmobiliari.it/

Come trasformare una seconda casa in un bed and breakfast

Nasce l’idea di portare le tecniche di home staging ad un nuovo livello, reinterpretando la destinazione d’uso di alcuni immobili; in questo caso in un bed and breakfast. una doppia-innovazione – home staging diventa hotel staging.

Alcune zone intorno a roma, come il monte livata e il lago del turano, vengono identificate come destinazioni ideali per un mercato di nicchia apprezzato da bikers (motociclisti) o coppie in gita breve per il weekend.

Le proprietà di cui vi parliamo oggi, sono per la maggior parte seconde case, ville tra i 150 ed i 350 mq. queste località,(monte livata e lago del turano), come molte altre, seppur vicine a roma (70 km circa) soffrono spesso per l’assenza di un’adeguata promozione turistica, nonostante garantiscano un gradevole paesaggio e molta tranquillità.

Storicamente, tali zone, ebbero un buon sviluppo tra gli anni 60 e gli anni 80, prima che l’autostrada aprisse la via a zone di maggior richiamo,  tagliandole lentamente fuori dal mercato del turismo di massa. Oggi, seppur in buone condizioni strutturali, in quanto costruiti per poter resistere alle intemperie delle quote appenniniche nelle quali si trovano, questi immobili spesso risentono della pesantezza degli arredi, dell’aggressione della flora circostante e della prolungata assenza dei proprietari.

Questi ultimi, professionisti assorbiti dalla frenetica vita della capitale, mirano oggi a capitalizzare queste proprietà scontrandosi però con le difficoltà del mercato locale. il tutto aggravato da un lento esaurimento delle attrattive turistiche di quei luoghi. fenomeno contro il quale lo staging non sempre può bastare.

Dunque ci siamo domandati: il costo dello staging sarebbe proporzionato? esistono altre vie che possano garantire gli interessi dei proprietari, tutelare la salute di questi immobili e rilanciare il segmento?

Il mercato delle case vacanze, delle bed & breakfast e dei bar e locali sono stati trai gli argomenti discorsi durante la conferenza di home staging nella sua edizione puglia, che si e’ tenuta a bari il 12 giugno. identificando queste tipologie di immobili adatti per un intervento di staging, ridefiniamo le aree di intervento ai quali uno stager possa accedere. il concetto e’ lo stesso – creare lo spazio e l’ambiente che vende. sia per pochi giorni, come accade per gli alberghi, che permanentemente, per gli immobili in vendita

Il nostro associato rodolfo pegan, il quale, con l’appoggio del team dell’agente immobiliare francesco galzerano di welchome real estate, è riuscito a rispondere a tali interrogativi, associando la propria esperienza di titolare di b&b alla propria competenza di home stager.

Un mercato poco reattivo, proponendo ai proprietari, l’idea di riconvertire tali immobili  ad una nuova vita di “microattività ricettiva”, identificandone possibili fruitori e strutturandone i necessari servizi. Alcune zone intorno a roma, come il monte livata e il lago del turano, vengono identificate come destinazione ideali per un mercato di nicchia apprezzato da bikers (motociclisti) o coppie in gita breve per il weekend

Perché?
L’intento è quello di catturare l’attenzione di soggetti particolarmente sensibili alle bellezze paesaggistiche di questi itinerari, i quali potrebbero rivelarsi un efficace banco di prova.
Il progetto dovrebbe poi integrare l’offerta di servizi locali per poter consentire un’efficace gestione a distanza dell’attività (servizio di pulizia, biancheria, check-in e check-out, colazione ecc.)

Si tratta di un’iniziativa sorta negli ultimi tempi e tutt’ora in evoluzione. per chi vuole saperne di più, scrivere ad info@stagedhomes.it.

Fonte: http://www.idealista.it/

Mutui:le banche concedono solo la metà del valore della prima casa

Comprarsi una casa oggi è sogno di molti e possibilità per pochi? sembrerebbe proprio di si. Per acquistare la prima casa, una famigila deve infatti possedere risparmi pari alla metà del suo valore, perché le banche solo concedono mutui uguali al 50%. è quanto emerge dai dati dell’ufficio studio di mutui.it che ha analizzato la differenza tra il finanziamento voluto dal cliente e quello effettivamente concesso dalle banche. E che ha messo in evidenzia come siano gli stessi italiani a “ribassare” l’importo richiesto, spaventati dall’incertezza futura in un momento di crisi economica
Sei dati relativi ai mutui in generale non sono certo entusiasmanti- da ottobre 2011 a aprile 2012, la differenza tra il mutuo richiesto nel preventivo e quello erogato è passato da 17 punti percentuali a sei-  peggiore è la situazione per i mutui contratti per l’acquisto della prima casa. questi rappresentano il 72% del totale dei finanziamenti richiesti, ma a fronte di un calo minimo della cifra richiesta (-3%), c’è un calo notevole della cifra erogata che passa da 127.000 a 112.000 euro (-13%). il valore del rapporto tra la somma erogata e il valore della prima casa scende fino ad un preoccupante 49%
Noi di idealista ti aiutiamo gratuitamente a calcolare la rata del mutuo e a confrontare i migliori mutui sul mercato in ogni momento
Fonte: http://www.idealista.it/news/