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Secondo google adplanner idealista.it è il secondo portale immobiliare d'italia

Il mercato immobiliare corre sempre di più sul web. nel 2011 circa 5 milioni di italiani hanno visitato siti internet alla ricerca di case, una cifra che corrisponde al doppio di quanto accadeva solo nel 2008. In questa tendenza idealista.it ha saputo inserirsi con slancio crescente e negli ultimi due mesi c’è stato il sorpasso su immobiliare.it, lo certifica google adplanner

Google adplanner è il nuovo strumento messo a punto da google per valutare il traffico generato sul web

Secondo l’articolo de il sole 24 ore, che riprende un’analisi di portalimmobiliari.net, su dati di google adplanner, questa è la classifica dei primi dieci portali immobiliari per traffico generato:

1. casa.it

2. idealista.it

3. immobiliare.it

4. attico.it

5. affitto.it

6. eurokasa.it

7. mio affitto.it

8. trovocasa.corriere.it

9. trovo-casa.net

10. cambiocasa.it

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Fonte: http://www.idealista.it/news/– Articolo visto in il sole 24 ore http://www.ilsole24ore.com

Certificazione energetica in Italia: a che punto siamo?

Il 27 marzo 2012 si tè tenuta a Milano, in occasione della giornata inaugurale dell’Expocomfort presso Fiera Milano Rho, la seconda edizione del Forum Nazionale sulla Certificazione Energetica degli Edifici – FCE 2012, organizzato dal Comitato Termotecnico Italiano energia e ambiente (CTI) in collaborazione con Mostra Convegno Ecpocomfort (MCE). Durante la manifestazione è stato presentato il «Rapporto 2012- Attuazione della certificazione energetica degli edifici in Italia», lo studio del CTI che offre un quadro di riferimento ufficiale dettagliato e comparato sull’applicazione della certificazione energetica degli edifici a livello nazionale. La pubblicazione, che fotografa la situazione al 31 dicembre 2011,  contiene maggiori informazioni e dati rispetto alla precedente versione, oltre che interviste ai Dirigenti regionali che si occupano di efficienza e certificazione energetica degli edifici, ed evidenzia un quadro nazionale più completo dal punto di vista del recepimento, anche se viene confermata la criticità di un’applicazione non del tutto uniforme sul territorio nazionale.

Ecco alcuni dati
Leggi quadro regionali:
 10 regioni (Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Lazio, Marche, Molise, Sardegna; Umbria e veneto) non hanno una legge quadro sulla materia.

Catasto regionale: solamente 4 regioni, Emilia Romagna, Lombardia, Piemonte e Valle d’Aosta, possiedono un catasto energetico regionale; Abruzzo, Liguria e Veneto ne prevedono l’attivazione nel 2012.

Procedure di calcolo differenti: così come in passato, la procedura di calcolo utilizzata per la valutazione degli indicatori energetici non è uguale per tutte le regioni. In particolare, la Lombardia e la Provincia autonoma di Bolzano non utilizzano le norme tecniche nazionali del pacchetto UNI/TS 11300. La Lombardia prevede, però l’adeguamento agli standard nazionale non appena questi saranno completati e disponibili.

Autodichiarazione: l’autodichiarazione in classe G del proprietario dell’immobile è prevista nella maggior parte delle regioni fatta eccezione per l’Emilia Romagna, la Liguria, la Lombardia, il Piemonte e Trento, dove però è accettata ai sensi delle Linee Guida nazionali per la certificazione energetica.

Certificatori: Emilia Romagna, Liguria, Piemonte, Puglia, Sicilia, Trento e Valle d’Aosta hanno un elenco dei certificatori; in Puglia attualmente la gestione dell’elenco è sospesa. Abruzzo, Basilicata, Lazio, Umbria e Veneto prevedono costituirlo, mentre le regioni restanti no. I certificatori iscritti negli elenchi tenuti dalle 8 realtà locali sono oggi circa 4o mila.

ACE: gli attestati di certificazione energetica censiti al 31 dicembre 2011 sono 1.375.023, dei quali 710.000 (51,63%) provengono dalla sola regione Lombardia. E’,però, presumibile che quelli effettivamente realizzati siano almeno il doppio. Al 1 marzo 2011 i certificati censiti erano 891.000, dei quali 500.000 (56,11%) nella sola Lombardia.

Controlli: Lombardia, Piemonte, Emilia Romagna, Toscana, Veneto e la Provincia autonoma di Trento hanno avviato delle attività di controllo sulla qualità dei certificati emessi.

Sanzioni: Solamente Lombardia e Piemonte prevedono sanzioni nel caso di mancata consegna degli attestati di certificazione energetica al momento della locazione di un’abitazione. In Lombardia la sanzione per un certificato di attestazione energetica che assegna una classe di riferimento superiore rispetto a quella reale può arrivare a € 10 mila; in Piemonte il locatore che non rende disponibile al momento della stipula del contratto di locazione l’ACE, è punito con una sanzione amministrativa che va da € 500 a € 5 mila graduata sulla base della superficie utile dell’edificio. In Valle d’Aosta gli attestati non veritieri sono puniti con sanzioni che possono arrivare a € 12 mila.

Statistiche sugli ACE depositati: Le province autonome di Bolzano e Trento, le regioni Calabria, Emilia romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Lombardia, Piemonte, Sicilia, Valle d’Aosta e Veneto hanno fornito dati statistici relativi al numero di ACE depositati per classe energetica degli edifici.

Alcune conclusioni
– le regioni/province italiane hanno posto in essere sforzi per recepire la Direttiva 2002/91/CE e, nonostante i problemi iniziali, alcune di esse hanno raggiunto risultati di rilievo;
– i tempi e le modalità attuati ove di recepimento della direttiva 2002/91/CE, nelle varie regioni,sono stati diversi e dunque anche i risultati conseguiti a oggi;
– la direttiva 2002/91/CE è stata abrogata con effetto del 1 febbraio 2012, fatti salvi gli obblighi degli Stati membri relativi ai termini di recepimento del diritto nazionale e di applicazione della direttiva EPBD;
– lo Stato e le regioni, a breve, dovranno fare uno sforzo aggiuntivo e recepire la direttiva 2012/31/UE. A tal proposito si attende l’impulso da parte dello Stato;
– non tutte le regioni hanno costituito i catasti energetici o sistemi informativi, di conseguenza la gestione delle informazioni contenute negli ACE non sempre è facilmente servibile e dunque,in alcuni casi, non vi è un progresso reale e un utilizzo della conoscenza del costruito;
– è necessario che nelle certificazioni energetiche effettuate sul patrimonio edilizio esistente, il tecnico certificatore energetico fornisca al cittadino le raccomandazioni tecniche (consigli pratici) per migliorare il rendimento e la prestazione energetica dell’edificio; solamente in questo modo il cittadino potrà realmente avere una visione d0insieme chiara e precisa realizzando un bilancio costi/benefici e quindi stimando i risparmi energetici di gestione dell’edificio;
– è necessario l’avvio di maggiori controlli e l’irrogazione di sanzioni (anche esemplari) per ristabilire l’ordine del mercato edilizio;
– l’EPBD 2 prescrive un approccio comune in materia di certificazione della prestazione energetica degli edifici  e di ispezione degli impianti di riscaldamento e condizionamento. Le operazione dovrebbero essere svolte da esperti qualificati e/o accreditati. L’indipendenza contribuirà alla creazione di un  contesto omogeneo per le iniziative di risparmio energetico degli Stati Membri nel settore edile e introdurrà un elemento di trasparenza sul mercato immobiliare dell’UE, a beneficio dei potenziali acquirenti.

E’ possibile scaricare il volume del Rapporto dal sito del CTI http://www.cti2000.it/, nell’area “SHOP”

Foonte: http://www.immobili24.ilsole24ore.com/

Guida (provvisoria) alle imposte sugli immobili

Il governo può sempre modificare aliquote e detrazioni dopo l’incasso di giugno 

MILANO – Se non fosse una faccenda assai seria perché c’è in ballo il portafoglio di milioni di italiani si potrebbe ormai parlare di commedia. Le modalità di pagamento dell’Imu appaiono infatti destinate a cambiare ancora. L’acconto da versare entro il 18 giugno dovrebbe essere non più della metà ma bensì di un terzo della somma dovuta applicando le aliquote e le detrazioni che il decreto Salva Italia identifica come quelle standard. Al contribuente toccherà versare poi altre due rate; una a settembre e una a dicembre.

Almeno, questo dovrebbe succedere a seguito degli emendamenti che lunedì prossimo saranno presentati alla Commissione finanze della Camera per definire nuove modalità di rateazione dell’imposta. Nell’attesa delle proposte cerchiamo di fare il punto sulla situazione.

A giugno in tutti i casi l’imposta si pagherà in acconto: sull’abitazione principale il computo verrà effettuato applicando l’aliquota dello 0,4% alla rendita catastale rivalutata del 5% e moltiplicata per 160; dal risultato vanno detratti 200 euro in tutti i casi più altri 50 per ogni figlio di età inferiore a 26 anni e convivente; se passerà l’emendamento sul valore così calcolato si pagherà un terzo. Per le case che non hanno le caratteristiche dell’abitazione principale invece il computo avverrà partendo dalla rendita moltiplicata come descritto sopra, ma l’aliquota di riferimento sarà lo 0,76%. Non è al momento chiaro se anche in questo caso bisognerà pagare in tre rate o se rimarrà in vigore la regola originaria che prevede il pagamento in due tranche. Ma questo, se vogliamo, è solo un aspetto minore del problema: il principale è che fino a settembre non si potrà comunque sapere l’ammontare reale dell’imposta, perché il governo si è riservato la possibilità di modificare, sulla base dell’incasso reale che otterrà a giugno, il range di aliquote e detrazioni entro cui i Comuni dovranno muoversi.

Per cui le due rate successive alla prima potranno risultare di entità anche molto diversa: se un Comune decidesse di tassare i residenti allo 0,6% (aliquota massima prevista dal Salva Italia e ancora suscettibile di peggioramenti) una casa dalla rendita di 1.000 euro pagherebbe alla prima rata 157,33 euro, ma le due successive salirebbero a 325,33 euro per arrivare al totale di 808 euro. Se invece il Comune optasse per l’aliquota minima dello 0,2% il contribuente maturerebbe il diritto a un rimborso di 21,33 euro perché la sua imposta totale sarebbe di 136 euro a fronte di 157,33 pagate a giugno. La rateazione tripartita non è la sola novità che si prospetta: infatti gli emendamenti dovrebbero anche recepire la norma che consente ai Comuni di abbassare, come succedeva per l’Ici, a livelli minimi l’imposta sugli immobili concessi in locazione a canone concordato.

Il provvedimento è stato chiesto sia dalle organizzazioni dei proprietari che da quelle degli inquilini ma rischia di rimanere una norma di facciata: nelle grandi città infatti i canoni concordati riguardano solo una piccola minoranza di contratti perché l’appeal fiscale non compensa il forte sconto che concedono agli inquilini rispetto agli affitti del mercato libero. Vi sarebbe invece contrarietà a concedere le agevolazioni prima casa agli anziani ricoverati in casa di riposo. Stando alle agenzie il relatore Gianfranco Conte avrebbe spiegato che agevolando l’Imu si spingono i familiari a mettere gli anziani nella casa di riposo per usufruire della tassazione più leggera. Non sarebbe un grande affare: per quanto possa essere cara, l’Imu non agevolata costa assai meno della retta di un ospizio.

Fonte: http://www.corriere.it/– Gino Pagliuca

Valutatori in campo: è disputa sui compensi

Era il 25 novembre 2010 e gli Ordini e i Collegi professionali sottoscrivevano il protocollo d’intesa con l’Associazione Bancaria Italiana (Abi) per la condivisione dei contenuti delle «Linee guida sulle valutazioni degli immobili posti a garanzia delle esposizioni creditizie».

Un’operazione che partiva da lontano, dalla Circolare della Banca d’Italia n. 263/2006, quindi ben prima della crisi, a dimostrazione di quanto nel settore bancario sia sentito il problema delle valutazioni. Oggi è passato più di un anno e molti punti restano aperti.

Il bilancio non può che essere positivo, visto che l’obiettivo consiste nel raggiungere un livello omogeneo delle valutazioni stesse. Eppure persistono i punti critici. Importanti da risolvere per sperare di rilanciare il mercato immobiliare. Come più volte ricordato dalla stessa Abi, senza valutazioni affidabili restano rischiosi gli affidamenti nel settore.

Il responsabile del settore credito dell’Abi, Angelo Peppetti, ha segnalato che oggi sono 172 gli istituti bancari (circa il 72% degli sportelli bancari) che hanno dichiarato di adottare le linee guida per la valutazione degli immobili a garanzia dei mutui ipotecari. Se l’adesione dichiarata pare importante, diversa è invece l’applicazione sul campo da parte dei vari istituti. Il più diffuso è il metodo della filiera lunga, in cui la banca acquista un pacchetto di valutazioni da una società terza che poi invia sul posto singoli professionisti.

Questo metodo sta mettendo in crisi il settore, visto che porta a una riduzione drastica dei compensi verso i valutatori. «Si arriva anche a 70 euro a perizia, una cifra che rende l’idea del tipo di lavoro che si può ottenere – spiega Sandro Ghirardini, segretario generale di e-valuations –. Questa modalità è molto pericolosa perché costringe il valutatore a un lavoro approssimativo e a volte in linea con le richieste dell’istituto, mentre sono fondamentali l’imparzialità e la cura nelle valutazioni».

Di contro, esiste il modello della filiera corta in cui la banca affida l’incarico direttamente a professionisti di sua fiducia. È il caso di Cassa Padana, del circuito Bcc, che ha lasciato inalterato anche in questo periodo la percentuale finanziabile con mutuo all’80% del totale, grazie alla sicurezza delle valutazioni effettuate da periti di sua fiducia. Che vengono pagati sopra i 200 euro a perizia, ben al di sopra della media di mercato, anche se il costo finale non cambia per i mutuatari.

A fronte di questa battaglia sui compensi, chi valuta si espone anche a un forte rischio professionale, non coperto dalle polizze assicurative. Infatti la copertura, obbligatoria, si presta a lasciare scoperti eventuali contenzioni che nascessero riguardo al valore dell’immobile. Come in diversi casi legati ai fondi immobiliari, il perito si troverebbe nell’impossibilità di dimostrare la corretta applicazione dei parametri della direttiva riconosciuta. E si troverebbe a risponderne in proprio.

Un altro problema, che pare di difficile soluzione, è quello delle perizie omogenee. «La valutazione è sempre molto complessa e si basa su dati oggettivi, come le dimensioni, e altri legati alla conoscenza del mercato specifico, come le possibilità reali di vendita che danno luogo al prezzo – continua Ghirardini –. Difficilmente due perizie potranno essere identiche, ma per arrivare a un ragionevole livello di uniformità l’unica strada è puntare sulla professionalità dei periti. Solo un professionista in costante formazione è in grado di attribuire un valore, di mercato, a un bene. Ovviamente, il valore corretto dovrà essere attribuito anche alla sua stessa opera».

Fonte: http://www.casa24.ilsole24ore.com/

Guida alla ricerca della casa perfetta: AFFIDARSI A UN PROFESSIONISTA 2

Nella nostra rubrica per la ricerca della casa perfetta è ora il momento di parlare dei professionisti che ci aiuteranno in questa avventura dal lieto fine.

A darci una sostanziale definizione degli agenti immobiliari è Wikipedia : “L’agente immobiliare è una figura professionale specializzato nella conclusione di affari aventi per oggetto lo scambio di beni immobili […] L’agente immobiliare è l’ unico professionista abilitato ad assistere la compravendita di beni immobili […]”

La definizione è sintetica e oggettiva e contiene tutte le parole chiave necessarie per capire che se vogliamo raggiungere il nostro scopo senza affidarci al caso perché l’ agente immobiliare è realmente   l’ unico professionista che potrà assisterci a 360 gradi nella compravendita di una casa.

E anche se ci si potrebbe affidare al proverbio “chi fa da sé fa per tre” c’è da sapere che, è vero che si possono concludere buoni affari anche da soli, ma spesso si rischia di impiegare il triplo del tempo non servendoci di servizi professionali immobiliari.

Nell’immaginario collettivo l’agente immobiliare è un semplice venditore, colui decide anche il prezzo di vendita di una casa o colui a cui ci si deve “per forza” affidare se si vogliono concludere buoni affari: la realtà è ben distante e anche se purtroppo ci sono anche in questo settore le pecore nere, un vero professionista del settore non decide il prezzo dell’immobile, non vi costringerà per forza a scegliere i propri servizi e se veramente capace vi farà concludere l’affare della vostra vita.

 allora come riconoscere un professionista a cui affidarsi?

Innanzitutto così:

–          Affidatevi solo ad esperti iscritti a ruolo all’albo di categoria

–          Non fatevi abbagliare da coloro che promettono affari a prezzi stracciati perché si compra quello che si può spendere

–          Valutate bene la conoscenza del territorio da parte dell’agente a cui vi affidate : un professionista conosce perfettamente il mercato in cui opera

–          Un buon agente immobiliare conosce bene il suo mercato e sicuramente non perderà tempo a mostrare la casa a persone interessate a  comprarla.

–          Valutate che le provvigioni richieste per la mediazione siano in linea con quanto previsto dal mercato

Fonte: http://blog.casa.it/

Urmet introduce il catasto energetico

Urmet Ability, società del Gruppo Urmet, ha sviluppato una piattaforma web che consente di gestire, in un unico ambiente, le informazioni tecnico-amministrative relative agli edifici e creare un archivio informatico della relativadocumentazione. La piattaforma, chiamataCatasto Energetico, è particolarmente utile e attuale visto che dal 1° Gennaio 2012 è in vigore l’obbligo relativo alla dichiarazione delleClasse Energetica degli edifici, previsto dalla Direttiva Europea 2002/91/CE, recepita in Italia nel 2009, in assenza della quale non sarà più possibile dare evidenza di annunci immobiliari.

Il Catasto Energetico costituisce un validostrumento a supporto dell’attività di Amministratori di condominio, Manutentori, Certificatori Energetici,Notai, Agenti Immobiliari, Enti Locali e Produttori di Sistemi a Risparmio Energetico, che possono consultare, con facilità e in tempo reale, le informazioni di cui necessitano. L’elevata funzionalità del sistema consente, ad esempio, agli Amministratori, di conoscere puntualmente, con maggiore semplicità e minori costi per i condomini, il comportamento energetico degli immobili amministrati e di reperire informazioni per la diagnosi energetica degli edifici, agevolando anche il rilascio dell’ ttestato Energetico (ACE).

I manutentori responsabili degli impianti termici possono comodamente accedere a questo archivio sempre aggiornato da PC, Tablet e Smartphone, e stampare l’allegato “F”, relativo alla dichiarazione di avvenutamanutenzione, che deve essere obbligatoriamente presentato ogni anno.
Il Catasto energetico di Urmet Ability, agevola anche i Certificatori Energetici e i Notai nella verifica dell’esistenzadi un certificato energetico dell’edificio e gli Agenti Immobiliari nella definizione della classe da inserire negliannunci di locazione e/o vendita degli immobili. Infine, l’insieme dei dati registrati offre una fotografia dellasituazione energetica attuale degli edifici, costituendo una fonte preziosa di informazioni a disposizione di Enti locali e produttori di sistemi, per la pianificazione di campagne di incentivazione e di nuove opportunità di business.

Fonte: http://www.blogagenzieimmobiliari.it/